Partendo dalla lettura di un articolo – Vivere e muoversi nella città fragile -, il primo appuntamento dedicato al tema delle barriere architettoniche ha permesso ai ragazzi di ragionare su quali sono gli ostacoli per la mobilità in città, conoscere i “codici tattili” e l’esperienza delle strade scolastiche, preparare un’intervista a Paolo Moscogiuri, architetto, autore del libro La città fragile.
Il secondo appuntamento ha cercato di approfondire i molti spunti emersi dall’intervista (Sguardi sulla città fragile). Mimo e taboo hanno consentito di individuare alcune delle parole/concetto (“città-sistema”, “architetto, papà e amico”, “disabile o persona con disabilità?”, “velocità”…), prima di leggere e discutere insieme le risposte. Gli ultimi minuti dell’incontro sono stati dedicati a raccogliere alcuni brevi pensieri scritti, individualmente o a coppie: è nato una sorta di pastone giornalistico che arricchisce e consolida ulteriormente l’intenso percorso di studio e scambio.
La barriera architettonica è ciò che impedisce la facilità nella mobilità delle persone ad esempio che vivono sulla sedia a rotelle. Ma loro non sono disabili, perché con la carrozzina possono camminare, è la città che glielo impedisce, ad esempio con le macchine parcheggiate male o con i semafori mal funzionanti, è questo che limita l’autonomia delle persone con disabilità. (Andrea)
Per me le barriere architettoniche ci sono e purtroppo ci saranno ed è sempre colpa del “civile”, se possiamo chiamarlo così. Per esempio una barriera architettonica può essere una semplice macchina parcheggiata sulle strisce pedonali che crea problemi a persone con e senza disabilità perché impedisce il passaggio. Problemi come questo non si risolveranno mai perché gli incivili ci saranno sempre e quindi di conseguenza le difficoltà non spariranno. (Veronica)
Io penso che le barriere architettoniche vadano eliminate perché sono di intralcio per le persone con disabilità e sono anche causa di discriminazioni. (–)
Come dice l’espressione “barriera architettonica” siamo spesso impossibilitati a muoverci come dovuto. Perché “siamo”? Perché il problema non riguarda solo coloro che non hanno la possibilità di muoversi con le proprie gambe. Se una macchina viene parcheggiata sulle strisce, tutti siamo impossibilitati a passare. In città importanti e moderne come Roma, questi problemi andrebbero, almeno in parte, risolti. (Annabella)
Le barriere architettoniche sono ingiuste in quanto alcune persone devono chiedere continuamente aiuto anche solo per uscire di casa. È ingiusto anche a livello morale dato che si può essere soggetti a insulti e discriminazioni dagli altri. (Mila)
Una persone con disabilità ha molto più difficoltà degli altri di muoversi per strada. Perché? Tante volte ho riflettuto su questo argomento, che ritengo importantissimo per la sicurezza di tutti. Ciò che rende impossibile uscire di casa a una persona con disabilità è l’ignoranza, se così si può definire, e la non cura di tutto ciò che si ha intorno: punto primo, coloro che con poca coscienza posteggiano macchine, motorini, monopattini e biciclette dove non dovrebbero; punto secondo, la poco sistemazione delle strade che non rende possibile fare delle azioni semplici per noi ma più complesse per chi ha una disabilità. Dunque penso sia doveroso costruire delle alternative per coloro che non hanno possibilità motorie. (Francesco)
Al giorno di oggi è difficile pensare che esistano ancora così tante barriere architettoniche. Cosa sono? De muri metaforici che impediscono alle persone diversamente abili di fare cose che per noi sono normali, ad esempio prendere un autobus o salire delle scale. Il vero problema però è che noi crediamo che il problema siano loro, in realtà sono le città non equipaggiate per tutti. (Teo, Valerio, Andre, Robin)
La disabilità può portare a cosa brutte ma anche a cose belle. Per non essere scortesi non si dovrebbe dire né disabile nè handicappato perché nessuno è disabile in tutto, ognuno di noi ha abilità diverse. Le persone con disabilità motoria, ad esempio, non possono muovere le proprie gambe ma per questo usufruiscono di una carrozzina. Le persone con disabilità uditiva non riescono a sentire e per questo è stata creata la Lingua dei segni. Le persone con disabilità intellettiva vedono il mondo in modo diverso. (Gabriele, Lorenzo, Vittoria)
Penso che Roma non sia molto munita di strumenti adatti per le persone con disabilità: corrono molti rischi quando devono attraversare la strada, una persona non vedente non saprebbe quando attraversare. (Eleonora)