Qualche giorno fa abbiamo provato a contattare la celebre Agatha Christie e, con nostra grande sorpresa, ha risposto e ha accolto la richiesta di incontrarci. L’appuntamento era alle 15,30, noi siamo arrivati, impazienti, con immenso anticipo. Eravamo emozionatissimi. Insomma, eravamo a Londra in uno dei più noti ristoranti della città, il Lunch street, davanti alla giallista più famosa di tutti i tempi. Abbiamo iniziato così a porgerle alcune domande.
Come le è venuta l’idea di scrivere il primo romanzo?
Bella domanda, ad ogni modo potete darmi pure del tu. Fin da quando ero adolescente adoravo i romanzi gialli, è sempre stato il mio sogno scriverne uno. Anni fa, frugando tra tutti gli scatoloni che avevo in casa trovai una fotografia che mi raffigurava con un libro in mano, quel libro me lo aveva regalato mia zia, ero felicissima. In quell’occasione ricordai il mio amore per i gialli e a quel punto la mia azione fu scontata: presi la sedia e la posizionai davanti al tavolo con la macchina da scrivere. Avevo iniziato nel 1916 e nel 1920 lo pubblicai: così era uscito il mio primo romanzo, “Poirot a Styles Court” e per la prima volta fui molti fiera di me stessa.
Quanti libri gialli hai scritto?
Sono così tanti che ho perso il conto… Ecco, uno tirava l’altro e poi il mio primo libro aveva avuto così tanto successo! Comunque saranno settanta, anzi ottanta, sì ottanta. Se non di più…
Tu sei nota con il nome Christie ma hai divorziato molti anni fa. Hai deciso di mantenere, tuttavia, fedeltà ai tuoi lettori nonostante ti chiami Miller: ti dà fastidio che tutti ti conoscono con il nome del tuo e marito?
All’inizio era così ma mio marito è comunque stata una delle persone più importanti della mia vita, uno dei miei più grandi amori e per me una delle storie più significative.
Capiamo. Grazie mille Agatha. Ora scappiamo perché abbiamo l’areo per Roma tra cinque minuti!
[Francesca, Viola, Eleonora]