Diario anomalo di un’esperienza molto fortunata. Tutti i ragazzi che vanno a scuola ricordano i primi giorni del lockdown, quando improvvisamente ci si è dovuti chiudere in casa e tutta la didattica è finita dentro lo schermo di un computer. Un’esperienza certo sorprendente ma anche piuttosto traumatica. C’è tuttavia chi è stato colto, in quei giorni di marzo, proprio mentre si divertiva in settimana bianca. In una casa sperduta della zona più montuosa della Sabina, la didattica a distanza era un’altra cosa e l’impossibilità di uscire di casa un’eco lontana e forse piuttosto assurda. Arriva sempre, però, il momento del rientro in città e, con le poche ore di luce, quello della nostalgia delle lunghe passeggiate

Durante il lockdown di marzo, noi studenti ci siamo ritrovati chiusi dentro casa e senza la libertà di poter andare a scuola. La mia esperienza non è stata tremenda come è stata per molti. Il 5 marzo 2020 sono partito per andare in settimana bianca, i primi quattro giorni abbiamo sciato, eravamo consapevoli della catastrofe socio-economica che stava per piombarci addosso. Abbiamo passato quei giorni a casa di amici e abbiamo letto giornali online in cui si parlava di come nelle città la gente si è trovata da un giorno all’altro rinchiusa in casa.
Il 10 marzo hanno chiuso gli impianti sciistici, chiuso le regioni e vietato gli spostamenti tra comune e comune. Noi, in questa casa in Sabina dispersa nell’Appennino, avevamo a disposizione solo 100gb disponibili e gli hotspot dei telefoni. Ci siamo ritrovati in breve tempo ad essere in sei collegati in contemporanea tra DaD e smart-working. Essendo dispersi nelle montagne con l’unica forma di civiltà a 3km di distanza, abbiamo continuato a uscire come se niente fosse, vedendo il lockdown cittadino come un’eco lontana. I miei professori ci dicevano che a Roma la gente non ce la faceva più a stare in casa, e noi continuavamo a passeggiare e fare trekking. Dopo un mese i giga-bite sono finiti. e ci siamo ritrovati senza nessun contatto con la civiltà per circa tre giorni.
L’8 aprile siamo stati costretti a tornare perché mio padre era rimasto a Roma e quindi ci aveva chiesto di tornare. Il resto del lockdown è stato noioso, e rimpiangevamo i giorni passati in Sabina, soprattutto vedendo la luce del giorno per pochi minuti, andando in terrazzo e facendo attività fisica. Il 4 maggio siamo passati alla “fase due” e poi c’è stata l’estate. Adesso che è quasi passato un anno dalla nostra “avventura”, riguardo quei tempi come una cosa passata non pensando che il rischio di un nuovo lockdown è incombente. È passato tantissimo tempo!!!!
Stefano Nocchi 3C

Questa pagina web fa parte del corso propedeutico di giornalismo digitale promosso dalla redazione di Comune-info nella sezione 3C della scuola secondaria di I° grado “Istituto Comprensivo Statale Daniele Manin” di Roma, una delle numerose iniziative del progetto Scappare (Scuole aperte e partecipate in rete), che coinvolge tre istituti comprensivi romani (Manin, Fratelli Bandiera, Parco della Vittoria). Scappare è un progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.