Tra i frutti di un percorso di geostoria e giornalismo che coinvolge nei laboratori del pomeriggio i ragazzi delle prime medie dell’IC Fratelli Bandiera di Roma – all’interno del progetto Scappare – è nata questa intervista ad Annarita Sacco, a proposito del libro Roma acqua e sapone, da lei curato qualche anno fa ed edito da Intra Moenia.

Cominciamo dalla domanda che leggiamo nella prima riga della Quarta di copertina del libro Roma acqua e sapone: Roma si è imbruttita?
No, non credo che Roma si sia imbruttita. Si tratta di imparare a guardare qualsiasi territorio in tanti modi diversi, avendo la pazienza di cercare, scovare e riconoscere cose interessanti e spesso sorprendenti. Esiste infatti la Roma del turismo eccessivo, del traffico, del rifiuti, delle aree poco curate, ma esiste anche una città diversa che offre ogni giorno possibilità di confronto, piccoli spazi di grande cultura, angoli meravigliosi di verde poco conosciuti, ma soprattutto luoghi nei quali le persone possono stare bene insieme e possono prendersi cura della città in tanti modi differenti.
Di cosa parla esattamente il libro?
Roma acqua e sapone è una guida destinata a chi ha voglia di misurarsi con esperienze diverse. Un testo per coloro che cercano attività, realtà sociali e culturali, ma anche prodotti che mettono al centro il rispetto della persona e dell’ambiente. Il sottotitolo del libro aiuta a orientarsi meglio: “Dal turismo responsabile alla mobilità alternativa, dai locali di cucina veg ai mercatini bio, dalle botteghe del commercio equo ai negozi di riciclo, dagli spazi di cultura indipendente ai parchi e al verde nascosto”.
Per quale motivo lo ha scritto?
Perché sono stata sempre interessata a raccogliere informazioni su una città diversa e perché mi piaceva l’idea di proporle ad altri. Si tratta di una ricerca che per diverse ragioni è il frutto del mio percorso di studi, sono laureata in Sociologia, e di impegno sui temi del cosiddetto consumo critico, a cui è dedicato il capitolo del libro a cui tengo di più. Attraverso il fare la spesa in modo diverso, privilegiando prodotti realizzati senza sfruttamento di lavoratori e senza devastazioni ambientali, possiamo infatti contribuire a cambiare il mondo partendo dalla vita di ogni giorno. Non è poco, non vi pare?
Come è stato scrivere un libro?
È stato bello, divertente, stimolante. Ma anche impegnativo perché ci sono state diverse fasi: la raccolta delle informazioni, la divisione in capitoli concordata con la casa editrice, la scrittura dei testi, il confronto con gli autori che hanno scritto alcuni capitoli, e ancora la correzione delle bozze e gli incontri di presentazione.
Quale emozione ha provato quando il testo è arrivato nelle librerie?
È stata un’emozione forte: c’era prima di tutto tanta soddisfazione. Sfogliare il libro appena stampato è stato un momento che ricordo con molto piacere.
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LEGGI QUESTO ARTICOLO, TRATTO DAL LIBRO ROMA ACQUA E SAPONE (A CURA DI ANNARITA SACCO), DI SERGE LATOUCHE:
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