Il modo migliore per imparare a raccontare la città è probabilmente quello di volgere uno sguardo inusuale e attento prima di tutto al territorio che si vive ogni giorno. Per questo i ragazzi e le ragazze delle prime medie che partecipano al laboratorio pomeridiano di giornalismo del mercoledì hanno deciso di intervistare Valentina Donini, presidente dell’Associazione genitori Fratelli Bandiera, associazione che da diversi anni vive con l’IC Fratelli Bandiera, nel territorio di Piazza Bologna, l’esperienza della scuola aperta e partecipata.
Di cosa si occupa esattamente l’Associazione genitori Fratelli Bandiera?
L’Associazione genitori cerca di promuovere la partecipazione dei genitori nella vita scolastica, e di promuovere il senso di appartenenza e di comunità tra persone legate dal fatto che i figli frequentano la stessa scuola.
Quante persone ne fanno parte?
Dobbiamo distinguere tra chi ha un ruolo più attivo e trainante, cioè una decina di persone, e tutti gli altri genitori che partecipano o hanno partecipato in passato alle iniziative, e sono molte di più. Non è richiesta un’iscrizione formale all’Associazione, non si pagano quote di iscrizione, di conseguenza qualunque genitore che si riconosca nei valori dell’Associazione può considerarsi parte di essa.
Perché e come l’attività dell’associazione può essere utile per il quartiere?
Il legame tra scuola e quartiere è molto forte. La scuola Fratelli Bandiera è storicamente un punto di riferimento per tutto il quartiere, non solo per chi la frequenta. Si pensi ad esempio alle attività pomeridiane, aperte a tutti. Si pensi a quanto è importante offrire ai bambini e i ragazzi del quartiere delle proposte culturali tanto valide quanto eterogenee, dal teatro alle lingue straniere, dal corso di strumento all’aiuto compiti…
Quanto sono cambiati i vostri obiettivi e il vostro impegno rispetto a quando è nata l’associazione?
Quando è nata l’associazione, nel 2015, mia figlia non era ancora in questa scuola, quindi non sono in grado di raccontare le origini dell’Associazione. Ma nel 2017, quando mia figlia ha iniziato la primaria, ho scoperto un gruppo molto unito e impegnato, con tanta voglia di fare. Ed effettivamente l’Associazione ha dato moltissimo alla scuola e al quartiere, in termini di attività pomeridiane, eventi e iniziative.
Il Covid, però, ha fermato moltissimi progetti, e alcuni ancora non sono ripresi, purtroppo. Ma è anche vero che sin dai primissimi momenti della pandemia, l’Associazione genitori si è immediatamente prodigata per aiutare bambini e ragazzi in difficoltà a seguire le lezioni a distanza fornendo aiuto e tutoraggio, e in alcuni casi anche dispositivi informatici. Inoltre si è cercato di prestare aiuto alle famiglie di lingua straniera e alle persone in situazioni di fragilità. In quei mesi terribili della pandemia, l’Associazione genitori è riuscita a fornire un aiuto e un supporto prezioso a chi ne aveva più bisogno, a fare rete e porsi come insostituibile punto di riferimento per molte famiglie.
Adesso siamo in una fase nuova, in cui è fondamentale riconsolidare quel senso di appartenenza e di comunità che purtroppo la pandemia ha in parte intaccato. Per questo si fa più fatica a coinvolgere i genitori e a cercare di organizzare nuove iniziative. Per fortuna il progetto “Scappare” consente di continuare a proporre attività extra curricolari molto importanti, dal giornalismo al teatro, e anche di proseguire con l’insegnamento dell’italiano agli studenti stranieri, necessario in una scuola dove la componente multietnica è sempre più rilevante. Al di là di queste iniziative, che speriamo di riuscire a riproporre anche il prossimo anno, l’obiettivo oggi è provare a ricreare quell’atmosfera di grande entusiasmo e coinvolgimento dei primi anni, attraverso eventi che in qualche modo rinforzino proprio quel senso di comunità e solidarietà.